masKCaras
Riti Primitivi quelli del Carnevale tradizionale della Sardegna: la natura e gli animali, il dio e la morte, il lutto e la danza, che fanno vibrare profonde ed ataviche emozioni.
Meraviglia e paura, richiamate dal “brutto” e dal nero, sempre presenti; stupore e terrore infantili, evocati dai gesti, dai suoni, sempre uguali e sempre “rinnovati”.
Danze rituali, dai movimenti ripetuti, ossessive ed ipnotiche.
Maschere (mask) e Facce (caras), che si confondono e si fondono in un ghigno beffardo e “malefico”.
Il rito, privato e collettivo, solenne, della preparazione e della vestizione delle Maschere; l’esibizione, dove metamorfosi, sdoppiamento, frenesia e misticismo, possono generare intense suggestioni ancestrali nello spettatore.
Il progetto masKCaras non vuole essere analisi storica, sociologica, etnica o antropologica; non vuole documentare differenze o somiglianze con altre tradizioni del Carnevale.
Più semplicemente, tenta di “riprodurre” lo stupore, unito alla vibrazione interiore, viscerale, remota, che i suoni dei campanacci, il ritmo dei passi, le espressioni, le smorfie e i “colori/non colori” degli indumenti, le Facce nascoste, il sarcasmo e le distorsioni dei Volti e i corpi infagottati, rievocano, per farti sentire ogni volta bambino o per farti tornare al tuo sopito, Primitivo istinto.
Video progetto fotografico:
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